L’importanza del confronto
“Prendersi cura” significa comprendere il ruolo della multidisciplinarietà, il valore della collaborazione, l’attenzione al linguaggio
L’istituto superiore Don Milani è uno degli attori di Obiettivo nuove generazioni. La conferenza dal titolo “Parkinson e approccio bio-psico-sociale” ha rappresentato non solo l’avvio dei lavori, ma un coinvolgente momento di scambio: i relatori hanno interagito con gli studenti attraverso la condivisione di competenze, testimonianze e domande.
“Sempre più spesso – ci racconta la referente del progetto Karin Modesti, professoressa di igiene e cultura medico sanitarie – il corso di studi socio-sanitario si trova a realizzare congiunzioni tra materie diverse – ad esempio, psicologia, metodologie operative, diritto socio-sanitario – e Obiettivo nuove generazioni rappresenta l’occasione per sperimentare più da vicino e comprendere la multidisciplinarietà attraverso cui affrontare il Parkinson, e altre fragilità.
Un’opportunità dai risvolti interessanti sia da un punto di vista scolastico-didattico sia dal punto di vista della professione. L’istituto mira a formare persone che saranno poi operative all’interno di contesti in cui si richiedono resilienza, solidarietà, umanità, professionalità. E questo progetto è portatore di una contaminazione sana, dove giovani e persone ‘fragili’ lavorano fianco a fianco. Come scuola è quindi fondamentale conoscere e avere rapporti con il territorio, con le realtà presenti e attive”.
Nel corso dei cinque anni di studio i ragazzi conoscono, vedono, si avvicinano a una sensibilità crescente; sono stimolati all’empatia, alla solidarietà, all’umanità, valori che vanno a educare i giovani anche al senso civico, invitandoli a riappropriarsi di uno spazio collettivo all’interno della società. L’Istituto era stato coinvolto anche nell’esperienza della mostra fotografica Non chiamatemi Morbo che ha permesso di approfondire la particolare tematica ed ora Obiettivo nuove generazioni diviene un’altra occasione per toccare da vicino ciò di cui spesso si parla in classe.
“Essere il tassello di un grande lavoro che avvicina altre scuole” prosegue la professoressa Modesti “è una duplice sfida che porta in sé l’importanza di confrontarsi con i coetanei. Ogni scambio è occasione di confronto, un’occasione anche per curare un dettaglio che, oggi giorno, sfugge: il linguaggio. Il linguaggio richiede tempo perché curare la parola, curare l’espressione è un aspetto imprescindibile per tutti, e lo è soprattutto per coloro che vogliono seguire la professione di operatori nel sociale”.