Nuovi itinerari
Progettare è camminare con empatia
Cosa vuol dire pensare e tracciare un nuovo itinerario? L’analisi e la progettazione dei ragazzi è partita proprio da qui.
Pensare alla meta è l’inizio del sentiero di definizione in cui sono coinvolti tanti dettagli.
Non c’è dubbio che aspetti fondamentali siano la destinazione, le modalità di avvicinamento al punto di partenza con conseguente rientro, la presenza di accompagnatori di montagna che possano accompagnare, appunto, e allietare la camminata nella bellezza dell’ambiente. Accanto a ciò, altrettanto fondamentali sono i dettagli messi in luce attraverso il confronto con l’Associazione Parkinson di Trento. La stimolante esposizione da parte degli studenti dell’anteprima delle proposte di itinerario si è arricchita e completata di tanti piccoli aspetti emersi dal reciproco dialogo. Questo è proprio uno degli obiettivi del progetto: relazionarsi per avvicinarsi all’altro e comprendere esigenze e necessità al fine di realizzare una nuova via.
Un esempio concreto: l’orario di partenza. Il Trentino offre una scelta di destinazioni tutte ammalianti per panorami e ambienti, per una passeggiata in montagna svegliarsi all’alba è consigliabile, tuttavia se la destinazione è in Val di Sole o in Val di Fumo, la partenza a orari troppo mattutini potrebbe rappresentare qualche piccola difficoltà per la persona con Parkinson. Una volta raggiunto il rifugio è quasi d’obbligo il momento dedicato al riposo, ma le strutture permettono un confortevole momento di relax?
Ancora, un itinerario può svilupparsi in più giorni coinvolgendo diverse attività, come la camminata, il canto e un’esperienza della montagna attraverso i 5 sensi ?
Le proposte ricche di stimoli hanno visto gli studenti molto attenti nei dettagli tecnici (attrezzatura, presenza di accompagnatori, scelte di destinazioni con dislivelli percorribili) e sensibili verso le possibili esigenze dei partecipanti. I momenti di attività hanno rivelato un’accortezza in più come la proposta di Trail-O, orienteering da fermi, o esercizi di yoga da svolgere dopo la camminata per aiutare il rilassamento dei muscoli. Il loro impegno è indirizzato a equilibrare i momenti di riposo e di partecipazione, adattandoli ancor di più alle esigenze della persona con Parkinson.
In occasione di uno degli incontri tra studenti e relatori, Massimiliano Iachini, di AIGP (Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani), ha pronunciato una frase che diviene guida in questa specifica esperienza formativa: “la montagna, con i suoi ostacoli, ci fa muovere… Dalla montagna riceviamo uno stimolo in più…”. Attraverso le sue spigolature, la montagna invita al movimento. Un movimento che non è solo fisico, ma anche di pensiero. Permette di trasformare le criticità in risorse, stimolando nuovi approcci alla camminata in montagna, adattandola sempre meglio alle necessità. Quindi, le domande che hanno preso voce in Obiettivo Nuove Generazioni, non sono problemi, ma opportunità per allenare la resilienza, l’empatia e la formazione.